Open Access
Issue
BIO Web Conf.
Volume 13, 2019
CO.NA.VI. 2018 - 7° Convegno Nazionale di Viticoltura
Article Number 04020
Number of page(s) 4
Section Vineyard Management and Adaptation to Climate Change
DOI https://doi.org/10.1051/bioconf/20191304020
Published online 01 April 2019

© The Authors, published by EDP Sciences, 2019

Licence Creative CommonsThis is an Open Access article distributed under the terms of the Creative Commons Attribution License (http://creativecommons.org/licenses/by/4.0), which permits unrestricted use, distribution, and reproduction in any medium, provided the original work is properly cited.

1 Introduzione

Al momento di effettuare un nuovo impianto viticolo, è indispensabile considerare le complesse relazioni che si instaurano tra l’ambiente fisico, il genotipo e le tecniche di gestione, le quali determinano l’agro ecosistema viticolo e concorrono alla definizione della qualità e dell’originalità delle produzioni vitivinicole (1, 2). È bene tenere presente che ogni singola scelta effettuata in queste prime fasi condizionerà l’intero ciclo vitale dell’impianto, perciò una particolare cura deve essere rivolta alle giovani barbatelle messe a dimora.

L’iter classico che prevede di zapparle più volte durante la stagione vegetativa onde evitare la competizione con le infestanti e ridurre le perdite di acqua per evapotraspirazione spesso viene considerato superato, ma, seppur costosa, è ancora la soluzione più praticata. Congiuntamente alle lavorazioni, possono essere impiegati dei dispositivi di plastica foggiati a tubo, detti shelter. Disponibili in numerosi tipi di forme diverse possono favorire lo sviluppo della barbatella nelle prime fasi di messa a dimora e, soprattutto, proteggerla da danni di vario genere.

In particolare, la robustezza degli shelter assicura una buona difesa contro i danni provocati da roditori, vento e gelate tardive e, allo stesso tempo, l’eventuale foratura può favorire l’instaurarsi di condizioni microclimatiche ottimali all’interno dello shelter, garantendo una buona ventilazione che evita un eccessivo riscaldamento delle foglie, stimola l’accrescimento ed anticipa l’entrata in produzione dell’impianto. Dopo uno-due anni si tolgono e sono reimpiegabili.

2 Materiali e metodi

Nella stagione 2017, su un nuovo impianto di vigneto di Sangiovese innestato su 1103 P sono stati applicati shelter di nuova concezione (Fig. 1). Queste nuove protezioni a sezione circolare, in plastica 100% riciclabile, pronte all’utilizzo e facili da posizionare sono prodotte dalla ditta OSO (Prato), azienda italiana leader nel settore dello stampaggio ad iniezione di materie plastiche (3).

Apice del germoglio: completamente aperto, con distribuzione della pigmentazione antocianica dei peli striscianti assente e di intensità nulla o molto bassa. La densità dei peli striscianti è nulla o molto bassa. La densità dei peli eretti è nulla o molto bassa.

La ricerca si è sviluppata nell’azienda Poggio a Remole, di proprietà della famiglia Marchesi Frescobaldi (Sieci - Pontassieve in provincia di Firenze). Il clima è di tipo continentale, caratterizzato da estati piuttosto calde ed inverni asciutti e freddi; durante l’estate le temperature raggiungono spesso i 35 °C; la piovosità media annua è inferiore ai 600 mm. Il vigneto nel quale è stata effettuata la sperimentazione è stato impiantato nel 2017 come descritto in precedenza, con distanze di piantagione di m 2,50x0,70. I filari presentano orientamento Nord-Est / Sud-Ovest.

Secondo uno schema a blocchi randomizzati con 5 ripetizioni ciascuna costituita da 5 piante per tesi (Fig. 2), in data 25 maggio 2017 sono stati posizionati shelter di diverse tipologie ottenendo le seguenti 4 diverse tesi:

Apice del germoglio: completamente aperto, con distribuzione della pigmentazione antocianica dei peli striscianti assente e di intensità nulla o molto bassa. La densità dei peli striscianti è nulla o molto bassa. La densità dei peli eretti è nulla o molto bassa.

  • shelter completamente forati (AM)

  • shelter parzialmente forati (SCV)

  • shelter chiusi (CM)

  • shelter tradizionali (Ctrl)

In seguito al posizionamento dei dispositivi plastici, le barbatelle sono state oggetto di convenzionale gestione aziendale: concimazione, irrigazioni di soccorso, lavorazione del terreno a file alterne e diserbo.

Durante la stagione vegetativa sono state effettuate le seguenti misurazioni:

  • crescita del germoglio (cm): tutti i germogli principali delle piante sono stati misurati a cadenza mensile per verificare le dinamiche di accrescimento;

  • scambi gassosi delle foglie: fotosintesi (μmolm’V1) e traspirazione (mmolm’V1) sono state misurate mensilmente per valutare l’efficienza di accumulo di sostanza secca e di perdita di acqua per traspirazione; è stato utilizzato l’analizzatore di gas ad infrarossi CIRAS 3 della PP-Systems;

  • potenziale idrico di tralcio: le misure sono state effettuate durante la stagione in corrispondenza dei rilievi relativi agli scambi gassosi delle foglie, inserendo le stesse ancora attaccate alla pianta in sacchetti di polietilene opachi, impenetrabili alla luce ed effettuando la misura con una camera a pressione (PMS, USA) dopo circa 60 minuti;

  • area fogliare media: per mezzo di un planimetro, è stata misurata l’area fogliare totale della barbatella in cm2 analizzando 50 foglie campione per ogni tesi; al fine di ottenere una misurazione più accurata, le foglie sono state divise in due parti, prima di essere misurate.

thumbnail Fig. 1.

Esempio degli shelter utilizzati nella ricerca

thumbnail Fig. 2.

Distribuzione delle tesi nel vigneto sperimentale

3 Risultati e discussione

La crescita dei germogli e l’area fogliare sono risultate significativamente maggiori con gli shelter tradizionali (Fig. 3 e Fig. 4).

Apice del germoglio: completamente aperto, con distribuzione della pigmentazione antocianica dei peli striscianti assente e di intensità nulla o molto bassa. La densità dei peli striscianti è nulla o molto bassa. La densità dei peli eretti è nulla o molto bassa.

Apice del germoglio: completamente aperto, con distribuzione della pigmentazione antocianica dei peli striscianti assente e di intensità nulla o molto bassa. La densità dei peli striscianti è nulla o molto bassa. La densità dei peli eretti è nulla o molto bassa.

Questo comportamento potrebbe essere giustificato dal fatto che gli shelter tradizionali hanno una sezione interna superiore rispetto a quelli della ditta OSO, permettendo quindi la distensione completa delle foglie. E’ sicuramente interessante notare come le tipologie AM o SCV, abbiano favorito comunque un buon accrescimento del germoglio.

Per quanto riguarda la fotosintesi netta e la traspirazione, si osservano differenze statisticamente significative nelle date del 23 giugno, 26 luglio e 17 agosto (Fig. 5 e Fig. 6), in particolare, tra la tipologia parzialmente forata e le altre tipologie di shelter. Le tesi SCV e AM mostrano livelli sia di fotosintesi che di traspirazione significativamente maggiori durante tutta la stagione vegetativa, mentre gli scambi gassosi della tesi Ctrl sono i più bassi.

Apice del germoglio: completamente aperto, con distribuzione della pigmentazione antocianica dei peli striscianti assente e di intensità nulla o molto bassa. La densità dei peli striscianti è nulla o molto bassa. La densità dei peli eretti è nulla o molto bassa.

Apice del germoglio: completamente aperto, con distribuzione della pigmentazione antocianica dei peli striscianti assente e di intensità nulla o molto bassa. La densità dei peli striscianti è nulla o molto bassa. La densità dei peli eretti è nulla o molto bassa.

I maggiori scambi gassosi assoluti registrati nella tesi SCV potrebbero essere spiegati dall’instaurarsi di condizioni microclimatiche e di ventilazione ottimali all’interno di questa tipologia di shelter, che possono aver garantito temperature fogliari idonee, consentendo una maggior efficienza del fotosistema (7). Il contrario potrebbe essersi verificato nella tesi Ctrl, Inoltre, nella tesi Ctrl, l’aumento della superficie fogliare esposta dovuta al maggior accrescimento del germoglio e dell’area fogliare, potrebbe aver determinato una maggiore intercettazione globale di luce da parte della giovane piantina, con ulteriore innalzamento delle temperature fogliari che hanno penalizzato gli scambi gassosi a livello fogliare (8, 9).

Essendo stati effettuati alcuni interventi irrigui, il potenziali idrico non è mai risultato a livelli tali da produrre uno stress in nessuna delle tesi esaminate (Fig. 7). Tuttavia, come già osservato per gli scambi gassosi, gli shelter parzialmente forati hanno mantenuto le barbatelle in condizioni microclimatiche favorevoli, consentendo anche un migliore stato idrico rispetto a tutte le altre tipologie.

Apice del germoglio: completamente aperto, con distribuzione della pigmentazione antocianica dei peli striscianti assente e di intensità nulla o molto bassa. La densità dei peli striscianti è nulla o molto bassa. La densità dei peli eretti è nulla o molto bassa.

thumbnail Fig. 3.

Accrescimento del germoglio con i diversi shelter. Le barre verticali rappresentano la DMS al 95%

thumbnail Fig. 4.

Area fogliare totale delle barbatelle. Le barre verticali rappresentano la DMS al 95%

thumbnail Fig. 5.

Andamento dell’attività fotosintetica delle barbatelle in funzione dello shelter utilizzato. Ogni valore è costituito dalla media di 10 misure. Le barre verticali indicano la DMS al 95 %

thumbnail Fig. 6.

Andamento della traspirazione delle barbatelle in funzione dello shelter utilizzato. Ogni valore è costituito dalla media di 10 misure. Le barre verticali indicano la DMS al 95 %

thumbnail Fig. 7.

Andamento del potenziale idrico di tralcio misurato a mezzogiorno in funzione dello shelter utilizzato. Ogni valore è costituito dalla media di 10 misure. Le barre verticali indicano la DMS al 95 %

4 Conclusioni

Dai dati rilevati emergono alcune conclusioni riassuntive meritevoli di essere evidenziate. L’annata in questione è risultata fortemente anomala e penalizzante per lo sviluppo delle giovani barbatelle. Nonostante gli interventi irrigui, senza i quali ci sarebbero stati grossi pericoli di sopravvivenza per le giovani piante, l’elevata temperatura diurna ha caratterizzato in modo negativo l’andamento dello sviluppo delle viti. Il maggior sviluppo delle barbatelle consentito dagli shelter tradizionali può, in queste condizioni ambientali sfavorevoli, costituire uno svantaggio: aumentando di fatto la superficie fogliare intercettante e, di conseguenza, la temperatura fogliare le giovani piantine risultano penalizzate dal punto di vista fotosintetico. Tra gli shelter della ditta OSO, emerge con sufficiente chiarezza che le tipologie completamente e parzialmente forate garantiscono uno sviluppo delle barbatelle più equilibrato, con differenze quasi sempre significative per la maggior parte dei parametri misurati. Ciò è probabilmente dovuto ad una maggiore termoregolazione dell’ambiente intorno alle foglie, che ha favorito l’attività fotosintetica e lo stato idrico delle piante, comunque non compromettendo l’accrescimento del germoglio, e che costituisce una prerogativa per l’anticipo dell’entrata in produzione dell’impianto Perciò, secondo questi primi dati, i prodotti della ditta OSO soprattutto alla luce del recente cambiamento climatico, potrebbero costituire una via alternativa allo shelter tradizionale da perseguire in futuro.

Riferimenti bibliografici

All Figures

thumbnail Fig. 1.

Esempio degli shelter utilizzati nella ricerca

In the text
thumbnail Fig. 2.

Distribuzione delle tesi nel vigneto sperimentale

In the text
thumbnail Fig. 3.

Accrescimento del germoglio con i diversi shelter. Le barre verticali rappresentano la DMS al 95%

In the text
thumbnail Fig. 4.

Area fogliare totale delle barbatelle. Le barre verticali rappresentano la DMS al 95%

In the text
thumbnail Fig. 5.

Andamento dell’attività fotosintetica delle barbatelle in funzione dello shelter utilizzato. Ogni valore è costituito dalla media di 10 misure. Le barre verticali indicano la DMS al 95 %

In the text
thumbnail Fig. 6.

Andamento della traspirazione delle barbatelle in funzione dello shelter utilizzato. Ogni valore è costituito dalla media di 10 misure. Le barre verticali indicano la DMS al 95 %

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thumbnail Fig. 7.

Andamento del potenziale idrico di tralcio misurato a mezzogiorno in funzione dello shelter utilizzato. Ogni valore è costituito dalla media di 10 misure. Le barre verticali indicano la DMS al 95 %

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